mercoledì 26 dicembre 2007

IL PATTO PER BELLUNO E IL SINDACO PRADE

Circa cinquanta anni fa, in occasione di una conferenza, Richard Feynman, uno tra i maggiori fisici di ogni epoca, affrontava in questo modo il delicato problema del rapporto tra il comportamento dei politici e quello della gente comune di fronte ad una scelta.
Immaginate – diceva Feynman – che due politici siano in gara per la presidenza e che uno stia attraversando una zona rurale e che durante un comizio gli venga chiesto, “Cosa pensi di fare per l’agricoltura?”. Supponete, inoltre, che lui risponda a raffica presentando una ricetta per ogni problema senza mostrare alcuna titubanza. Successivamente, la stessa domanda è rivolta anche all’altro candidato e supponiamo che lui risponda: “ Bene, non so, conosco le cose in modo generale ma non so nulla di problemi agricoli; mi sembra che debba essere un problema difficile da affrontare dal momento che si lotta su questo tema da quindici, venti anni anche se tutti dicono che sanno come risolverlo. Il modo in cui penso di affrontarlo è di riunire attorno a me un gruppo di persone che conoscano il settore, informarmi delle esperienze già fatte, riservarmi un po’ di tempo e quindi indicare una soluzione ragionevole. Ora non sono in grado di dirvi quale sarà questa conclusione ma posso dirvi quali criteri seguirò – non renderò le cose difficili per gli agricoltori, se ci saranno problemi ce ne occuperemo con attenzione” e così via.

Potete stare sicuri che il secondo candidato non otterrà voti in quella zona. Vi è una attitudine mentale, da parte della gente comune, ad ottenere risposte immediate ed un uomo che le dà viene considerato meglio di uno che non lo fa. Il risultato è che i politici capiscono che devono fornire risposte e fare promesse che poi non possono essere mantenute; è impossibile, lo è in modo meccanico. Come ulteriore risultato vi è il fatto che nessuno crede alle promesse fatte in campagna elettorale, comincia a diminuire il rispetto per quanti cercano nella politica il modo per risolvere i problemi e così via. Tutto questo è generato dal fatto che la gente ha l’attitudine a cercare risposte piuttosto che cercare di capire quale sia l’uomo più idoneo a trovare un metodo per ottenere le risposte giuste.

Avevo in mente queste parole di Feynman mentre partecipavo, alcuni giorni fa, alla assemblea in cui il Patto per Belluno valutava che atteggiamento tenere in caso di crisi tra il sindaco di Belluno Prade ed il suo vice Gidoni. Le premesse, voglio dirlo, erano tutte a favore del sindaco. E’ vero che in campagna elettorale non si era allontanato dal solito clichè di qualsiasi candidato ma poi qualche segnale di autonomia l’aveva pur dato nella scelta di qualche collaboratore; oltre a questo, all’interno del Patto molti ritengono che in una situazione difficile come l’attuale, più che a combattere l’avversario politico, sarebbe necessario pensare tutti insieme a come uscire da una crisi che diventa ogni giorno più grave a tutti i livelli. Quando però abbiamo cominciato ad esaminare i fatti il giudizio è drasticamente cambiato.

Prima questione: progetto per lo sviluppo della città. Nessun segnale.

Seconda questione: viabilità e assetto urbano, il chè significa elaborazione di un Piano Urbano del Traffico rinnovato e, soprattutto, della creazione di una struttura in grado di monitorarne le ricadute ad ampio raggio (anche sulle attività economiche ecc.) e di proporre le adeguate correzioni. Nessuna notizia.

Terza questione: sicurezza. Basta esaminare la cronaca locale per capire quanto siamo lontani da una situazione accettabile, soprattutto se si pensa che sui giornali arriva solo una parte dei reati commessi. Non risulta ci siano iniziative importanti tranne il solito tran tran delle riunioni in Prefettura.

Quarta questione: rifiuti. La realtà è che non si è in grado di fare altro che copiare l’iniziativa della passata amministrazione De Col dopo averla aspramente criticata in campagna elettorale. Tutto si risolve con la raccolta differenziata, nessuna idea nuova, nessun dibattito, nessun coinvolgimento di chi, magari, qualche proposta sarebbe in grado di farla. Pare che il problema dei rifiuti consista esclusivamente nella scelta su chi nominare all’interno della società che si occupa della raccolta.

Ultima questione: nomina del portavoce. A parte il fatto che non si capisce a cosa serva un portavoce se non si ha mai niente di significativo da comunicare, resta il fatto del modo in cui tale scelta è maturata. Il sindaco ha tutto il diritto di scegliersi i collaboratori ma non guasterebbe se ne indicasse i criteri in modo che la gente capisca che l’azione è stata fatta nell’interesse comune e non per motivi amicali o altro. E’ pur vero che ci sono personaggi il cui valore è tale da non richiedere nessun chiarimento ma non mi pare proprio che tale situazione possa configurarsi in alcun modo nella figura di portavoce di cui si discute.

Credo che queste poche note siano sufficienti a spiegare il perché di una scelta che ci conferma nel nostro ruolo di opposizione, più che mai decisi a impegnarci per suscitare, quanto prima, un dibattito tra i cittadini di Belluno sui problemi più urgenti per la città.
Se, nel frattempo, dal sindaco Prade arrivasse qualche messaggio inequivocabile che per il futuro intende muoversi come il secondo dei politici evocati da Feynman e non come il primo, credo che la cosa farebbe piacere non solo a noi ma a tutti i cittadini bellunesi.