venerdì 10 aprile 2009

DA CROSATO E MAZZUCCO LE PRIME VERITA' (INVOLONTARIE) SUI RIFIUTI (2)

Il consigliere provinciale Renzo Crosato (DS), nella sua polemica contro l'inceneritore proposto dal sindaco di Sospirolo Renato Moro, ad un certo punto, nonostante la foga con cui difende la raccolta super differenziata voluta dall'attuale amministrazione provinciale, si dà la zappa sui piedi dicendo che i maggiori costi imputabili all'impianto del Maserot non sono attribuibili a difetti dell'impianto ma solo al fatto che i costi fissi sono appunto tali e che se arrivano meno rifiuti altro non resta da fare che aumentare la tariffa. Già, ma perchè arrivano meno rifiuti? Perchè la Provincia, proprietaria dell'impianto, ha deciso di premere sulla raccolta differenziata, rendendo l'impianto pressochè inutile nella attuale configurazione ed obbligando la società che lo gestisce ad aumentare le tariffe. In pratica prima la Provincia decide che l'impianto è strategico per la separazione ed il trattamento dei rifiuti (De Bona presidente, Reolon vice presidente e Pison presidente della commissione ambiente) per poi cambiare completamente idea e trasferire la separazione alla raccolta differenziata da farsi comune per comune e non più all'impianto (Reolon presidente e Pison assessore all'ambiente). Secondo Renzo Crosato questo modo di fare e disfare si chiama programmazione mentre per me è solo un modo sicuro per spendere di più. Poi arrivano, via stampa, affermazioni di Erminio Mazzucco, sindaco di Pieve d'Alpago, che se la prende con alcuni suoi concittadini che protestano per l'aumento del 5% della tariffa sui rifiuti e qui bisogna fermarsi a riflettere perchè è insolito registrare un ragionamento grossolano e fondamentalmente sbagliato da parte di una mente usualmente equilibrata e acuta quale quella di Erminio. Per Mazzucco i costi sono aumentati perchè alcuni cittadini non fanno la raccolta differenziata come si deve per cui quello che si raccoglie è meno puro del dovuto e le ditte che lo raccolgono invece di pagare pretendono di essere pagate per smaltire il tutto. Vorrei suggerire all'amico Erminio – con i referenti in Provincia ho perso ogni speranza – qualche elemento di riflessione sul tema raccolta differenziata. Prima di partire sarebbe utile sapere, riguardo la raccolta differenziata: quale sarà la risposta dei cittadini; se il sistema ha delle ricadute economiche gravi sul sistema esistente (se fa fallire il Maserot paghiamo tutti); se ci sono in un raggio ragionevole di chilometri aziende in grado di riciclare realmente quanto raccolto in modo separato; se in un raggio ragionevole da queste aziende ci sono dei reali fruitori della merce riciclata (in caso contrario aumentano di molto i costi o i prodotti prendono strane vie per lo più illegali); se le previsioni di mercato per gli anni a venire indicano per tali prodotti riciclati una situazione di costi abbastanza sicuri oppure se, senza le sovvenzioni statali o forme di tassazione occulta (tipo i soldi che le aziende produttrici devono mettere per tale raccolta che, in realtà pagano i cittadini quando acquistano la merce) i costi sono destinati ad aumentare; se ci sono sistemi più economici ed efficaci ecc. ecc. La lista sarebbe ancora lunga ma mi basta avere dato l'idea. Fatto questo uno può anche prendersela con i cittadini. La verità è che non ci sono dati su tutte queste questioni; che non si sa quasi niente e, soprattutto, che non si vuole sapere niente così i fautori della raccolta differenziata ultra spinta possono continuare a fare carriere politiche con facili slogan e distribuendo certificati inutili ai comuni ricicloni ed i fautori degli inceneritori possono approffitarne costruendo inceneritori in emergenza quando i cosiddetti ecologisti falliscono (vedi Napoli e dintorni). Se, oggi, dei cittadini che hanno accettato qualsiasi cosa senza mai discutere trovano da ridire, prima di riprenderli è meglio soffermarsi un attimo per capire se per caso le critiche andrebbero rivolte a qualcun altro. Inoltre, Erminio, prova a casa tua: se separi una certa quantità di qualsiasi materiale lo avrai quasi puro ma se insisti a separare tutto avrai merce sempre più impura e difficile da collocare. Che senso ha allora fissarsi sul 65 -75% ed oltre di raccolta differenziata? Pensaci, significa solo cercare di semplificare per uso politico un argomento che è invece molto complesso e richiede analisi e strumenti molto più sofisticati di quelli che ci vengono purtroppo proposti.

Moro, Crosato, rifiuti e confusione (1)

Scrive il consigliere provinciale Renzo Crosato che il sindaco di Sospirolo ha torto quando pensa al termovalorizzatore (leggi inceneritore con recupero di energia) come soluzione al problema rifiuti per la nostra provincia. E' l'unica affermazione su cui sono d'accordo per motivi che ho già esposto (chi vuole più notizie può andare su pierobalzan.blogspot.com); per il resto il lungo articolo di Crosato mi pare un misto di luoghi comuni e disinformazione. Provo a spiegarmi. Per Crosato tutto si risolve con la facile formula della raccolta differenziata spinta, basta arrivare al 65 – 70% ed è tutto risolto, quel poco che avanza si differenzia al Maserot e la parte secca si manda a bruciare a Schio o da qualche altra parte. La prima domanda è questa: come mai una soluzione così semplice non trova già entusiastica applicazione in ogni comune? Perchè, evidentemente, la raccolta differenziata nelle dimensioni pensate da Crosato e dagli ambientalisti più sfegatati non funziona, è troppo cara e crea problemi nel resto della filiera. Se separo il vetro va bene perchè ho tolto un rifiuto che mi crea problemi comunque voglia smaltire il resto dei rifiuti, idem per medicinali e batterie; i metalli creano problemi e sono anche una buona risorsa se raccolti separatamente. Fin qui tutto bene con la raccolta separata. I problemi – e le ipocrisie – cominciano quando si parla (o si tace) di tutto il resto. Umido: ci sarebbe un lungo discorso sul perchè ci siano un sacco di controlli sul compost preparato all'impianto dove, tra l'altro, le temperature per igienizzare il prodotto sono quasi sempre assicurate mentre per il compostaggio domestico, dove questo è assai più problematico si può fare, usare ed inserire nel terreno quello che si vuole, compresi i microrganismi che non si è potuto debellare, senza alcun controllo. Ma Crosato non si avventura su questo terreno e si limita ad una affermazione esemplificatrice del pensiero politicamente corretto. “Siamo bravi pianificatori” (non lo dice ma lo sottintende) “per cui al Maserot l'umido non lo composteremo più come prima ma lo faremo con un nuovo impianto che darà compost di qualità e un biogas più ecologico”. Due bugie e una grave omissione in una sola frase. Omissione: non si dice quanto costerà il nuovo impianto e quali sono i risultati economici attesi (manca mai che un domani qualcuno se ne ricordi). Bugia n.1: la qualità del compost finale non dipende dal fatto che il processo sia aerobico (con aria) o anaerobico, dipende quasi esclusivamente dal materiale di partenza e dal fatto che il processo si svolga correttamente. Ad informazione dei lettori dirò che si suppone di parlare dello stesso materiale e che una corretta conduzione di un processo aerobico è infinitamente più facile e controllabile che in un processo anaerobico. Bugia n.2: il gas finale non è diverso come sembra insinuare Crosato ma è esattamente lo stesso per i due processi e cioè anidride carbonica ed acqua. Nel sistema attuale, con aria, i batteri mangiano il rifiuto e producono i due gas in questione; nel processo cui accenna Crosato, in assenza di aria, altri batteri mangiano la stessa roba ma producono principalmente metano ed idrogeno che poi vengono bruciati (parola quasi proibita) per produrre, appunto, anidride carbonica ed acqua, esattamente come nel primo caso. Se Crosato avesse detto che il nuovo processo è “economicamente compatibile” forse, in assenza di dati a sostegno, avrebbe fatto una affermazione opinabile ma sostenibile ma l'affermazione che un processo in cui i prodotti iniziali e finali sono esattamente gli stessi è “ecologicamente compatibile” mi pare dettata e giustificata solo dal bisogno di trovare consenso ad ogni costo. Ad ogni modo non insisto anche se trovo strano che la sinistra ambientalista trovi più “naturale” bruciare del gas in un impianto piuttosto che lasciare il compito a dei batteri, gli stessi che sono all'opera in ogni compostaggio domestico. Vi è poi tutto il discorso su plastica e carta, nonché sulla coerenza nella programmazione e l'uso del Maserot, sulla vicenda del sindaco di Pieve d'Alpago Erminio Mazzucco che ha qualche problema con la raccolta differenziata ed i suoi concittadini e del fatto che il raffronto tra raccolta differenziata spinta ed incenerimento non è una disputa tecnica ma una palestra dove si scontrano aspramente (ignorando colpevolmente qualsiasi altra ipotesi) destra e sinistra (tranne che nel Comune di Belluno dove la destra, sulla questione rifiuti, è più a sinistra della stessa sinistra). Strane vicende. Su tutto questo, e su altro, per i lettori interessati, seguirà un approfondimento, sempre che i quotidiani locali continuino nella loro disponibilità.

venerdì 20 marzo 2009

RIFIUTI _ COSTI DOPPI - QUADRUPLI PER IL SERVIZIO - RISPETTO ALLA VALBELLUNA

Sono stati pubblicati i dati dei costi per lo smaltimento della Comunità Montana Valbelluna.
Spendono circa 2,1 milioni di euro l'anno per 32.000 abitanti.
Noi (Belluno) spendiamo circa 4,6 milioni l'anno per circa 35.000 abitanti.
La Valbelluna fa pagare 65,8 euro ad ogni cittadino come media.
Belluno fa pagare 131,5 euro ad ogni cittadino come media (il doppio).
La Valbelluna fa pagare ad ogni cittadino (sempre media) 39 euro per il trattamento al Maserot più smaltimento in discarica più tasse ecc. e 26,8 euro per il servizio (raccolta, trasporto, costi amministrativi ed altro).
Belluno fa pagare ad ogni cittadino (media) 31,5 euro per il trattamento al Maserot (meno della Valbelluna perchè, facendo più raccolta differenziata manda pochi rifiuti al Maserot) e 100 euro per il servizio, cioè quasi quattro volte più della Valbelluna.
Queste sono le cifre. Sono le cifre di un disastro amministrativo. Servono risposte e progetti chiari ed invece, dall'amministrazione, arrivano solo chiacchiere senza il supporto di cifre che ne dimostrino l'attendibilità e discorsi sociologici al posto dei progetti.
L'assessore Colle ed il sindaco devono dirci, con chiarezza, come pensano di ridurre il costo del servizio offerto dal Comune a cifre paragonabili a quelle pagate dagli altri, cioè come pensano di ridurlo di circa quattro volte oppure spiegarci, altrettanto chiaramente come e quando si è originato tale costo e di chi è la colpa.
Noi bellunesi e noi consiglieri chiediamo cifre reali, credibili e verificabili e non vaghe allusioni a fatti poco credibili come è successo con la nostra ultima interrogazione. Le leggi della statistica dicono che un servizio reso ad un numero di abitanti maggiore in un ambito territoriale più limitato rispetto ad un altro deve costare di meno (economie di scala) mentre l'assessore Colle vuole farci credere che deve costare di più. Può essere che Belluno funzioni in contro tendenza rispetto alla logica ma allora devono spiegarci il motivo. Le chiacchiere sui turisti o sul costo in più per la presenza dell'ospedale od altro sono inaccettabili perchè ci sono comuni con un numero di turisti ben maggiore che Belluno e sarebbe addirittura vergognoso se il Comune addossasse il costo dei servizi resi ai non residenti dalle strutture sociali ( o altro) sulle spalle dei cittadini.
Questi sono i motivi, sorretti da dati robusti, per cui chiediamo un ampio, serio ed approfondito confronta nelle sedi consiliari e, successivamente, in quelle pubbliche per informare nel modo più ampio e trasparente tutti i cittadini di Belluno.

martedì 17 febbraio 2009

L'Assessore Colle adesso esagera

Questa volta Colle (assessore all'ambiente a Belluno) ha proprio esagerato. Nella sua lunga esposizione sulla situazione dello smaltimento dei rifiuti nel nostro comune ne ha sparate talmente tante che è quasi impossibile rispondergli; mi limiterò alle enormità, al resto penseranno, in consiglio ed in commissione Celeste Balcon e Federica Toscano del Patto per Belluno.
Prima questione. Colle paragona Belluno a Rovigo e dice che a Rovigo, una famiglia di tre persone che vive in 100 mq, spende il 18% in più rispetto a Belluno. Intanto Colle, come chiunque altro, dovrebbe acquisire la buona abitudine di indicare da quali fonti tira fuori i dati, altrimenti non ci si capisce mai. I miei dati, come ampiamente illustrato, derivano, per l'argomento in questione, dal Dossier Rifiuti 2008 pubblicato da Cittadinanzattiva che ha utilizzato una ricerca di Legambiente; immagino sia lo stesso per lui visto che i parametri sono gli stessi. Vediamo allora chi dice la verità: nel documento si dice che la famiglia di Rovigo spende 232 euro all'anno mentre quella di Belluno ne spende 202. Sembrerebbe avere ragione Colle, infatti la famiglia di Rovigo spende il 15% (e non il 18%) più della nostra. Se Colle, però, si fosse preso la briga di considerare anche la tabella seguente (personalmente credo che non abbia guardato neanche la prima) si sarebbe accorto che la famiglia di Rovigo produce (e smaltisce) 2157 Kg/anno di rifiuti mentre quella bellunese ne produce (e smaltisce attraverso il servizio pubblico) 1143 Kg/anno per cui noi, per smaltire ogni chilo di rifiuto spendiamo 0,53 euro mentre a Rovigo il servizio costa 0,32 euro al chilo. Noi paghiamo, per ogni chilo di rifiuto smaltito il 64% più che a Rovigo. Chi paga di più? Noi che spendiamo 202 euro per 1143 Kg o Rovigo che ne spende 232 per 2157 Kg? Secondo Colle spendono di più i rovigoti! Che assurdità! Con questa logica se pagassimo 116 euro all'anno senza smaltire nemmeno un grammo di rifiuti, secondo Colle dovremmo essere contenti perchè spendiamo la metà di Rovigo. Poi, non contento di avere preso a calci la logica e la matematica, si avventura in un ragionamento ed affermazioni davvero singolari. Per lui Belluno ha costi maggiori perchè vi sono l'ospedale, scuole ed altri pubblici uffici, i centri commerciali e le aree artigianali e, sentite questa, una notevole presenza turistica, tutte voci queste che fanno aumentare il numero degli “abitanti equivalenti”. In parole povere: a Belluno siamo in 35.000 circa ma tutte queste presenze fanno come se fossimo 40 o 50mila. Due sole obiezioni. Se quello che dice Colle fosse vero, i rifiuti prodotti da tutta questa gente divisi per i 35.000 abitanti di Belluno, dovrebbero dare uno dei quantitativi di rifiuto prodotto pro capite più alto del Veneto mentre, chissà come mai, è di gran lunga il più basso. Ma questa è una cosa da poco, il vero problema è un altro. Secondo Colle, almeno stando a quello che scrive, l'ospedale civile ed il resto dei servizi rappresenterebbero un aggravio nel costo dello smaltimento dei nostri rifiuti. Cosa vuol dire? Che ogni cittadino bellunese paga anche per i rifiuti di tutte le presenze non bellunesi? Che la famosa tariffa di cui si riempie continuamente la bocca, tariffa per la quale ognuno dovrebbe pagare per i rifiuti che produce, per queste realtà non funziona (per la verità non funziona e non funzionerà per nessuno)? Oppure la verità è un'altra e cioè che la partita rifiuti è affrontata sul piano delle chiacchiere e degli slogan per cui non si arriva mai a nessuna conclusione. Bene, per quanto riguarda il Patto per Belluno, è ampiamente ora di finirla con questo andazzo per cui continueremo a presentare mozioni ed interrogazioni in consiglio finchè non avremo tutti i dati e finchè non apparirà chiaro che le scelte derivano dalla forza di numeri sulla cui attendibilità tutti concordano e non da vaghe chiacchiere.

martedì 6 gennaio 2009

Quarti nella classifica dei tontolotti

Lamon, Cortina, Sappada e chissà quanti altri vogliono andarsene dalla provincia perchè pensano che con i trentini, gli altoatesini ed i friulani si stia meglio e ci siano maggiori opportunità di sviluppo. Reolon (Presidente della Provincia) ed altri politici locali non fanno che chiedere l'autonomia e più soldi a Galan (Presidente della Regione) perchè, dicono, siamo svantaggiati nei confronti della pianura e questa ingiustizia non può continuare all'infinito. La gente è d'accordo con tutti questi perchè si rende conto che la nostra situazione è molto precaria e se, come è certo, peggiorerà la situazione nell'occhialeria, sarà ancora più dura. Poi spuntano le classifiche del Sole 24 ore secondo cui noi bellunesi saremmo quarti (su 103 città capoluogo) per la qualità della vita, praticamente allo stesso livello di Trento e Bolzano, prima e seconda, ma decisamente meglio delle altre città del Veneto che si collocano tra il 23° ed il 65° posto. Mi aspettavo che tutti i politici, a cominciare da Reolon, mandassero a quel paese il Sole 24 ore e le sue classifiche, che avranno forse un qualche significato ma, certamente, non quello di determinare il grado di benessere di una popolazione. Vi è forse qualcuno tra i bellunesi che pensa seriamente che stiamo meglio di quasi tutti gli altri e che quindi anche le nostre prospettive di sviluppo siano maggiori rispetto al resto del paese? Credo non lo pensi nessun bellunese e non dovrebbero pensarlo soprattutto i politici altrimenti non si capisce di cosa si lamentino tutti i giorni. Con quale faccia Reolon può presentarsi da Galan e chiedergli di togliere risorse alle altre province del Veneto per darli a noi bellunesi che, secondo il Sole24 ore, stiamo già abbondantemente meglio degli altri? Fossi Reolon avrei detto subito che quella classifica non ha il significato che tutti le attribuiscono e che la nostra situazione era ed è molto grave. Invece no, Reolon non ha resistito alla tentazione di attribuirsi un merito inesistente sulla base di una graduatoria inconsistente senza preoccuparsi di fornire a Galan ulteriori ragioni per mandarlo a quel paese. Ma lo capisco, fra poco ci sono le elezioni e deve convincere la gente che la Provincia serve a qualcosa e che pure lui serve a qualcosa. Auguri. Poi leggo del sindaco di Belluno, Prade, che, invece di preoccuparsi dei guai della sua amministrazione, con una bella fetta dei suoi consiglieri che pare ben decisa a mandarlo a casa anticipatamente, trova il tempo per litigare con Reolon su chi ha più meriti su quella classifica del piffero. A questo punto mi convinco pure io, siamo quarti e ce lo meritiamo; quarti nella classifica dei tontolotti ma con ancora qualche margine di miglioramento.
Piero Balzan
piero.balzan@libero.it

martedì 14 ottobre 2008

Fatti bellunesi 2 - Convegno ecologista autocelebrativo

Convegno organizzato dal Comune di Belluno, lunedì in sala Auditorium, per mostrare a tutti quanto siamo bravi sui problemi ambientali. Siamo stati il “Comune riciclone” n.1 dell'anno scorso e siamo ai primi posti in un sacco di graduatorie fatte da Legambiente e da un'altra organizzazione che non ricordo. Questi scelgono alcuni indicatori, poi chiedono ai vari comuni di fornire loro le relative informazioni e fanno le classifiche con tanto di premi a quelli che, secondo loro, sono stati bravi e paternale per i cattivi. Sulla omogeneità e veridicità dei dati così come sulla congruità degli indicatori rispetto all'indagine che si vuole fare non ci sono notizie certe ma non ha nessuna importanza; l'importante è fare una classifica, dare qualche medaglia e riscuotere i contributi statali. Mi aspettavo una atmosfera festosa dato i grandi risultati ed invece era un mortuorio. E' stato imbarazzante, almeno per me e forse anche per Orso Grigio, vedere che non un solo cittadino bellunese partecipava ad un simile trionfo. Cerchiamo di capire il motivo a partire dal valore degli indicatori scelti per fare le varie graduatorie e sulla loro interpretazione. Prendiamo quelli sulla qualità dell'aria. La qualità dell'aria è buona e quindi questo significa, per ambientalisti ed amministratori, che si è ben governato il territorio. Un loro oppositore potrebbe dire, con altrettanta ragione, che l'aria è buona perchè siamo sottosviluppati, con poche industrie e pochi mezzi circolanti. Un osservatore neutro potrebbe sostenere, forse con maggiori argomenti, che la verità è nel mezzo; non abbiamo inquinato oltre il lecito ma, sicuramente, il fatto di essere in pochi in un territorio così vasto, ci permette risultati forse oltre i nostri meriti reali. Poi vi è il dato sui rifiuti. Produciamo molti meno rifiuti rispetto alla media nazionale e, nel conteggio, vi è anche la raccolta differenziata. Siamo sicuri, come sostengono gli ambientalisti, che sia un segno di buoni comportamenti individuali e di buona gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti? Se la chiave di lettura fosse che la quantità di rifiuti prodotti è un indicatore del tenore di vita si dovrebbe dedurre che i bellunesi si trovano in una fase di grave difficoltà economica oppure che smaltiscono i loro rifiuti attraverso canali diversi da quelli individuati dalle ricerche summenzionate. Meglio andare cauti prima di esaltarsi troppo per graduatorie che premiano, soprattutto, chi le produce. Poi vi è la questione dei costi. Secondo un noto quotidiano locale produciamo meno rifiuti rispetto la media nazionale ma spendiamo di più per smaltirli. Su questo punto, ad onore del vero, nulla è emerso dal convegno (almeno fino a quando sono stato presente) e non una cifra ho potuto reperire nella vasta mole di documenti distribuiti. Chissà perchè quello che spende la gente non deve essere un indicatore, come se un servizio fosse lo stesso sia che costi cento o cinquanta. Per il cittadino comune il costo di un servizio, accanto alla sua qualità, è un formidabile indicatore e, forse proprio per questo, i cittadini bellunesi non erano all'auditorium a gioire per i risultati. Ma lunedì doveva essere una festa per cui questi pensieri li ho tenuti per me e mi sono goduto lo spettacolo dell'assessore Colle (Comune di Belluno) e dell'assessore Pison (Provincia). Uno è di destra e l'altro di sinistra, uno dice che l'impianto del Maserot è inutile ed andrebbe chiuso e l'altro che invece costa poco e va sviluppato (anche se in realtà a me sembra che stia facendo esattamente il contrario), però, cosa straordinaria, sono entrambi d'accordo che tutto si risolve con la raccolta differenziata spinta. Forse è vero che maggioranza ed opposizione non si parlano ma, almeno in questo settore si scambiano sguardi amorevoli ad ogni occasione. Poi dicono che i convegni sono inutili.

lunedì 28 luglio 2008

Fatti bellunesi (1) - Diritti acquisiti

Il Comune di Belluno riduce di 10.000 euro il contributo annuale all'ISBREC (Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell'Età Contemporanea). La maggioranza sostiene che lo si è dovuto fare per garantire il servizio mensa scolastico, aspetto correlato con la cultura (mens sana in corpore sano), ma ha trascurato di spiegare perchè si è sforbiciato lì e non in altri capitoli di spesa. L'opposizione è indignata perchè la maggioranza di destra colpisce la cultura proprio dove sembra più evidente la caratterizzazione democratica di sinistra ma dimentica di indicare dove vanno reperiti i fondi per le mense. Il popolo è perplesso perchè tutti continuano a baruffare senza mai spiegare bene perchè si fa una scelta invece di un'altra. Intanto in Piemonte, dove evidentemente ci sono gli stessi problemi di liquidità, la Presidente della Regione (di sinistra) ha invitato gli operatori culturali a rivolgersi agli istituti di credito per le loro attività (gli istituti forniscono crediti agevolati e le istituzioni culturali promuovono, in qualche modo, le attività dei loro finanziatori). Ovviamente la destra è insorta per il grave attacco alla cultura.
Altro tormentone della settimana è la baruffa incrociata (maggioranza contro minoranza, maggioranza contro parte della stessa maggioranza, autisti, sindacati e Comune) sul passaggio del servizio di trasporto scolastico dalla Mobel (del Comune) a Dolomitibus. Pare che uno dei problemi sia legato al fatto che il trattamento (stipendio, ferie ecc.) dei lavoratori della Mobel sia migliore di quello erogato in Dolomitibus per lo stesso lavoro; motivo per cui i suddetti lavoratori sarebbero d'accordo sul trasferimento solo se mantenessero lo stesso livello di trattamento. In questo paese, dove evidentemente la furbizia ha soppiantato da tempo il buon senso, non si percepisce uno stipendio in base al lavoro svolto ma a seconda dell'ente da cui si è assunti se non, addirittura, dal momento in cui si è stati assunti. Poi, tanto per semplificare le cose e rendere più agevole la mobilità, si è inventato lo statuto dei “diritti acquisiti”, che non vuole dire niente ma funziona come un orologio. Se un lavoratore prende cento ha acquisito un diritto quasi permanente; se un altro fa lo stesso lavoro con un altro ente e prende duecento ha anche lui acquisito un diritto. Se mischiamo i due enti succede che l'unico diritto a valere (anche se non sta scritto da nessuna parte) è quello di chi ha il trattamento migliore. Ottimo sistema per ridurre i costi dei servizi. E' vero che, in generale, più si paga e meglio si viene serviti ed è anche giusto che chi lavora prenda un buon stipendio, ma ho sempre creduto che le società pubbliche dovessero produrre, oltre ad un buon servizio, anche economia per il cittadino e non il contrario. Qualche decisione sarà presa ma ben difficilmente, visto l'abituale tipo di informazione che filtra dal Palazzo, sapremo se sarà la migliore per i cittadini che, in compenso, potranno usufruire dell'unico”diritto acquisito” che hanno:brontolare senza disturbare troppo i manovratori.
Piero Balzan
pierobalzan.blogspot.com